Immunochemioterapia e trapianto autologo di cellule staminali nei pazienti con linfoma a cellule del mantello non-trattati


Il linfoma a cellule del mantello è un linfoma non-Hodgkin aggressivo a cellule B con una prognosi infausta.

E’ stata valutata la fattibilità, la sicurezza e l’efficacia di un programma di trattamento aggressivo con immunochemioterapia che prevedeva trapianto autologo di cellule staminali per i pazienti fino a 69 anni di età con nuova diagnosi di linfoma a cellule del mantello.

L’endpoint primario era la sopravvivenza libera progressione a 2 anni.

Per essere considerato di successo lo studio doveva portare a un tasso di sopravvivenza libera da progressione pari almeno al 50% e a un tasso di eventi ( progressione precoce più mortalità senza recidiva ) inferiore al 20% al giorno centesimo dopo il trapianto autologo di cellule staminali.

I 78 pazienti sono stati trattati con 2 o 3 cicli di Rituximab ( MabThera, Rituxan ) in combinazione con Metotrexato e CHOP ( Ciclofosfamide, Doxorubicina, Vincristina e Prednisone ).

Questo trattamento è stato seguito da intensificazione con alte dosi di Citarabina ed Etoposide in combinazione con Rituximab e Filgrastim per mobilizzare le cellule staminali autologhe del sangue periferico.

I pazienti hanno in seguito ricevuto alte dosi di Carmustina, Etoposide e Ciclofosfamide seguite da trapianto autologo di cellule staminali e da 2 dosi di Rituximab.

Sono stati osservati 2 casi di mortalità senza recidiva, nessuno dei quali durante il trapianto autologo di cellule staminali.

Con un follow-up mediano di 4.7 anni, è stata osservata una sopravvivenza libera da progressione del 76% a 2 anni e del 56% a 5 anni.

La sopravvivenza generale a 5 anni è stata del 64% e il tasso di eventi entro il centesimo giorno dal trapianto è stato pari al 5.1%.

In conclusione, il regime del Cancer and Leukemia Group B 59909 è utilizzabile, sicuro ed efficace nei pazienti con nuova diagnosi di linfoma a cellule del mantello.
L’incorporazione di Rituximab con la chemioterapia aggressiva e il trapianto autologo di cellule staminali potrebbe essere responsabile degli esiti incoraggianti dimostrati nello studio che ha portato a risultati comparabili a quelli ottenuti con regimi di trattamento simili. ( Xagena2009 )

Damon LE et al, J Clin Oncol 2009; 27: 6101-6108


Onco2009 Farma2009 Emo2009


Indietro

Altri articoli


Più della metà dei pazienti trattati con immunoterapia con cellule T mirate al recettore chimerico dell'antigene ( CAR ) CD19...


Gli esiti nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) recidivato sottoposti a trapianto autologo di...


La progressione del sistema nervoso centrale ( SNC ) o la recidiva è una complicanza rara ma devastante del linfoma...


Dopo il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ), il consolidamento con Brentuximab vedotin ( Adcetris ) nei...


I prodotti a base di cellule T ingegnerizzate Axicabtagene ciloleucel ( Axi-cel; Yescarta ) e Brexucabtagene autoleucel ( Brexu-cel; Tecartus...


Nello studio di fase 3 MCL0208 della Fondazione Italiana Linfomi, il mantenimento con Lenalidomide ( Revlimid ) dopo trapianto autologo...


La Fludarabina è uno degli agenti più comuni somministrati per la linfodeplezione prima della terapia CAR-T diretta a CD19, ma...


Precedenti analisi dello studio di fase 2 KEYNOTE-170 hanno dimostrato un'attività antitumorale efficace e una sicurezza accettabile di Pembrolizumab (...


Il trattamento del linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) nei pazienti anziani è impegnativo, soprattutto per coloro...